PIU' TRASPARENZA NELLA CONSULENZA FINANZIARIA
LETTERA DEL NOSTRO SEGRETARIO GENERALE ALLA REDAZIONE DI WALL STREET ITALIA - SERVIZIO DI INFORMAZIONE ONLINE A CARATTERE FINANZIARIO -
Articolo uscito su Wall Street Journal Italia, nella home page, visibile al seguente link:
Spettabile Redazione,
Ho letto l’intervista alla Dottoressa Marianna Natale pubblicata il 18 Giugno scorso nella
versione digitale del vostro giornale a firma di Ilaria Sangregorio.
Non per piaggeria, ma le due giovani protagoniste del pezzo hanno palesato competenze
elevate e idee chiare e la cosa è piaciuta molto anche a un vecchio manager come il
sottoscritto.
In qualità di Segretario Generale di O.P.E.C. Financial, mi sto battendo da anni in favore
dei Consulenti Finanziari Autonomi e, in generale, per i risparmiatori, spesso ingabbiati
nelle procedure bancarie gravate di costi elevati non del tutto trasparenti e in palese
conflitto d’interessi.
O.P.E.C. Financial è un’Organizzazione professionale (http://www.opecfinancial.org) che
opera sia a supporto dei Consulenti Finanziari interessati ad abbracciare la professione
autonoma sia per la divulgazione dell’Educazione Finanziaria. Le due gambe si spingono
verso un unico obiettivo: offrire ai risparmiatori italiani gli strumenti tecnici e conoscitivi per
comprendere il mondo della finanza e per tutelare al meglio i propri risparmi.
Ci siamo da subito adoperati affinché i contenuti della MIFID II fossero recepiti e applicati,
ma con scarso successo, considerato che il regime monopolistico e il mono mandato si
sono impadroniti da molti anni del settore. Ciò sia con le reti di Consulenti Finanziari
dedicati (gli ex Promotori Finanziari) sia con gli sportelli bancari e postali.
Come di evince dall’intervista, è vero che oggi le banche hanno cambiato il loro modello di
business puntando su una severa riduzione delle risorse umane e una corrispondente
crescita dei servizi on line. Anche le recenti misure di contrasto al Coronavirus hanno
impattato negativamente sul mantenimento dei livelli occupazionali visto il ricorso, che non
credo sarà abbandonato a fine cura, di ricevere i clienti solo su appuntamento.
Da quello che osservo, però, mi sembra che la “banca digitale” non decolli e la
riconversione degli addetti verso un modello prettamente consulenziale non sia neppure
partita, quasi come se i vertici bancari non ci avessero neppure pensato, puntando invece
apertamente sul comparto assicurativo.
Per quanto riguarda il digitale, credo che siano stati commessi errori strategici in ossequio
alla convinzione che per svilupparlo fosse sufficiente aumentare il budget degli
investimenti in hardware e software. In realtà, per operare nel digitale occorre modificare il
paradigma dell’impresa bancaria con investimenti infrastrutturali, ma soprattutto culturali e
formativi onde traguardare processi evoluti e sicuri che pongano tutti i clienti nelle
medesime condizioni di operare da remoto con servizi digitali dedicati.
Per quanto riguarda l’ambito HR, oggi presso gli sportelli bancari di consulenza finanziaria
sono impiegati circa 200.000 addetti, per lo più non formati adeguatamente, non in grado
di offrire ai clienti una consulenza competente e trasparente.
Pertanto, evviva i Consulenti Finanziari iscritti all’albo OCF.
Credo anch’io che in futuro ci sarà sempre più bisogno di consulenza finanziaria, anche
se, parallelamente, occorrerà lavorare affinché il popolo dei risparmiatori sia sempre più
informato talché in Italia finalmente si elevi il livello dell’Educazione Finanziaria, ambito in
cui siamo tristemente nelle retrovie della classifica dei paesi europei.
Evidentemente, occorre una piccola rivoluzione copernicana.
Prima di tutto è necessario pretendere, da parte delle Istituzioni, che le grandi reti bancarie
rispettino integralmente le norme della MIFID II a due anni e mezzo dalla loro entrata in
vigore.
Poi, bisognerebbe andare verso il superamento del mono mandato, vero e proprio
strumento nelle mani delle grandi Reti per perpetuare il conflitto d’interessi ai danni dei
risparmiatori.
Infine, bisognerebbe traguardare l’applicazione di commissioni e costi di gestione meno
elevati e del tutto trasparenti.
Purtroppo, non si vedono novità all’orizzonte, anzi.
La direttiva MIFID ha introdotto norme volte alla difesa dei risparmiatori e ponevano le basi
culturali per affermare progressivamente il modello anglosassone, assai più libero ed
evoluto del nostro che, invece, è essenzialmente monopolista.
Allo stato attuale, c’è solo una possibilità per introdurre da subito il vero modello della
Consulenza Indipendente: favorire lo sviluppo del Consulente Finanziario Autonomo.
È l’unica figura professionale in grado di offrire ai clienti gli strumenti conoscitivi e la
consapevolezza per accedere al mercato senza vincoli di appartenenza.
È l’unico Professionista che, dotato delle stesse competenze dei Consulenti con mandato
(gli ex promotori finanziari) e iscritto nello stesso albo, opera nell’esclusivo interesse dei
clienti che sono gli unici da cui può ricevere compensi.
Inoltre, i clienti avranno il vantaggio di poter operare con i migliori strumenti finanziari
senza i limiti imposti dalle Reti e a costi sicuramente inferiori. Questo dato, evidentemente,
potrà riflettersi sui maggiori compensi del Consulente Finanziario Autonomo che potrà
concordarli trasparentemente con i propri clienti.
Anche dal punto di vista delle modalità di erogazione della consulenza finanziaria
indipendente, è oggi possibile utilizzare strumenti digitali (piattaforme fintech) che
favoriscono la relazione consulente/cliente. Quest’ultimo ha la possibilità di avere in tempo
reale la situazione del proprio portafoglio e può scegliere tra una molteplicità di portafogli
modello indipendentemente dal canale utilizzato. Infatti, la multicananlità è un altro
importante atout che solo i Consulenti Finanziari Autonomi possono giocare. In realtà, i
migliori strumenti digitali potrebbero consentire al cliente di operare direttamente sui
mercati, ma ritengo che i rischi sarebbero molto alti. Per tale ragione il Consulente
Finanziario moderno deve acquisire le competenze tecniche per supportare
adeguatamente il cliente nell’utilizzo delle piattaforme fintech.
Rimane sul tavolo il tema della formazione e dell’educazione finanziaria che solo la volontà
politica di favorire più moderni ed evoluti modelli di consulenza potrebbe risolvere
nell’interesse, ovviamente, dei risparmiatori.
Per finire, credo che presto le migliori organizzazioni di Head Hunting saranno in grado di
lavorare sulla conversione dei Consulenti Finanziari da mono mandatari ad autonomi.
Questi ultimi, è inevitabile, troveranno sempre più servizi a valore aggiunto a supporto
della loro nuova attività e OPEC Financial è pronta ad accoglierli.
Ringrazio per l’attenzione
Cordiali saluti
Tullio Dodero
(Segretario Generale O.P.E.C. Financial)
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